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Fondo del paesaggio: il risultato non convince



Nel corso dell'ultimo consiglio comunale abbiamo chiesto informazioni riguardo ai lavori del "Fondo del Paesaggio", appaltati in estate 2020 i cui lavori sono iniziati nell'inverno 2021 e si sono fermati a fine maggio.  Se il progetto è nato con uno scopo ben preciso, i risultati ci sembrano sotto le aspettative ed i lavori, ora sospesi, proseguiranno su altre aree snaturandone l'idea iniziale.

Il comune di Vallarsa ha ottenuto nel 2016 un finanziamento sul "Fondo del Paesaggio", progetto di recupero di aree in passato coltivate e negli anni abbandonate. Rispetto al progetto proposto da Vallarsa e presentato assieme ai comuni di Trambileno e Terragnolo, la Provincia aveva approvato le aree a Corte, Anghebeni, Arlanch, Valmorbia, Dosso e Foppiano.

In origine la precedente amministrazione che aveva presentato il progetto, lo aveva pensato sulle aree private attorno ai paesi, in alcune zone recuperando spazio coltivabile che, attraverso la sistemazione di alcune strade comunali, i privati sarebbero stati disposti a mantenere. Le altre aree erano pensate anche ai fini antincendio per allontanare i boschi dai centri abitati, anche se in aree difficili da coltivare. Parallelamente vi era l'aspetto del pregio paesaggistico rispetto al quale la Provincia ha dato il maggior  peso.

Il progetto è durato qualche anno, finalmente nel 2020 si è giunti all'appalto e alla consegna dei lavori e con l'insediamento della nuova amministrazione il progetto è stato uno di quelli che era da gestire nella fase di cantiere.

A giugno 2021 la situazione dei lavori nelle varie aree era questa:

Foppiano: i lavori di taglio e ripristino prativo dell'area a vale della SP89 sono stati fatti su tutta l'area interessata, tuttavia le piante sono state portate via con l'elicottero, di conseguenza non è stata risolta la questione dell'accesso ai fondi che in quell'area era condizione per garantire il mantenimento del prato da parte dei privati. Sarà difficile che senza l'accesso l'area sia mantenuta.

Corte: l'area a monte della SS46, sotto la strada della Costa, è stata ridimensionata per motivi di pendenza del terreno ed è stata parzialmente tagliata. L'area a valle della SS46, l'unica del progetto che era completamente accessibile anche ai mezzi sia per il taglio, l'esbosco e la rimozione delle ceppaie che per la successiva coltivazione è rimasta pressochè uguale a prima a parte un paio di particelle dove è stato fatto un taglio di piante poi spostate con l'uso dell'elicottero.

Anghebeni: l'area tra Anghebeni e il ponte di Foxi era quella più bella dal punto di vista paesaggistico ma più critica dal punto di vista di sicurezza. E' iniziato il taglio nella parte verso Anghebeni di una piccola parte, ed è stato realizzato un paramassi. Il cantiere si è fermato poi per pericolo di caduta sassi e non sono state tagliate neppure le particelle dove erano già presenti i paramassi.

Arlanch: La parte di bosco tra Arlanch e Sottoriva era una di quelle più urgenti per motivi di sicurezza oltre che paesaggistici. E' stato fatto un taglio parziale delle piante, senza neppure rimuovere gli arbusti e le liane dalle piante da frutto che sono state lasciate. Anche qui si è ricorsi all'elicottero per l'esbosco delle piante.

Valmorbia: Il progetto prevedeva anche qui per motivi di sicurezza due grandi aree, una a valle del paese, difficilmente accessibile ma importante per allontanare il bosco, ed una  a monte tra Valmorbia e Dosso. Alcune particelle erano previste a monte di Dosso. E' stata tagliata una unica particella, l'unica raggiungibile con un piccolo trattore e in mezzo alla parte coltivata, e si è usato l'elicottero per l'esbosco.

Il legname è stato accatastato in varie aree, ad Arlanch, in loc. Casae, ad Anghebeni, a Valmorbia e lungo la SP89 a Foppiano e i privati sono stati informati per ritirare il proprio legname spettante.




La parte di superficie non tagliata, è ora oggetto di una richiesta per poter usare questi fondi su terreni pubblici nella zona Streva-Pian delle Fugazze. Del progetto iniziale quindi, resterà ben poco.

Siamo consapevoli che ci sono stati dei problemi sia di sicurezza che di appalto e sappiamo anche che il contributo copriva solo in minima parte le spese per il rifacimento dei muri e sarebbe stato insufficiente per mettere in sicurezza tutte le zone, tuttavia ci sembra che non ci sia stato un criterio per la scelta delle aree su cui intervenire: sono state fatte in minima parte le aree forse più urgenti dal punto di vista di sicurezza e si è partiti subito dall'area della val di Foxi che era evidentemente critica sin dall'inizio. 

Dà da pensare che una ditta specializzata in taglio di piante abbia scelto di usare l'elicottero per queste aree, che non sono tutte accessibili, ma se paragoniamo le piante e i terreni ai normali lotti di legna che sono assegnate ai censiti a titolo occasionale (non essendo professionisti) ci pare davvero strano che fosse necessario arrivare con l'elicottero a portare via piante dove si poteva arrivare con un trattore. Ora sarà difficile che i privati chiamino l'elicottero per farsi portare la falciatrice. Si sarebbe dovuto lavorare su aree più piccole, ma garantire la sistemazione delle strade di accesso.

C'è poi l'aspetto paesaggistico delle ramaglie rimaste per mesi lungo le strade, ad occupare spazi pubblici o parcheggi (spesso neanche interdetti con ordinanza) e a volte ad intralciare strade e sentieri. Oltre all'impatto visivo ci auguriamo che la pioggia di questi giorni abbia abbassato il rischio incendio.

Infine una scelta poco comprensibile: il Comune di Vallarsa gestisce un impianto di teleriscaldamento a cippato, nato e pensato sulla filiera locale, ma a quanto ci è stato comunicato in Consiglio comunale si provvederà ad incaricare una ditta per lo smaltimento di questa biomassa. Se è vero che non si tratta del materiale migliore, avendo l'impianto crediamo sarebbe stato più sensato utilizzare questa legna per far funzionare la caldaia in inverno, magari mescolando questo cippato con altro con potere calorifico migliore. Invece si paga per smaltire il legno e, in autunno, si pagherà di nuovo per comprarne di secco.

Naturalmente a chi ha chiesto notizie, è stato detto che la colpa è della precedente giunta che ha scelto le aree per il progetto. Crediamo invece che a fronte di oggettivi problemi e di una situazione non semplice, sarebbe stata necessaria una gestione più attenta allo spirito del progetto. A fronte degli ostacoli emersi, anzichè iniziare il cantiere su tutte le aree per non concluderle, si sarebbe dovuto selezionare quelle prioritarie (scegliendo le più urgenti per motivi di sicurezza per esempio, o quelle che successivamente sarebbero state più facili da coltivare). E quelle fatte andavano fatte per davvero, togliendo anche le piante infestanti non solo quelle a misura di motosega.

Commenti

  1. Buon giorno a tutti condivido al 100 per cento le Vostre idee contenute in quest'articolo e Vi dico bravi...Buona giornata

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